Secondo quanto diffuso oggi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le immatricolazioni di autovetture in marzo hanno segnato un consistente calo del 9,6% con 193.662 unità che si confrontano con le 214.250 del marzo dello scorso anno, evidenziando una perdita quindi di oltre 20.000 vetture immatricolate.
Il 1° trimestre, periodo nel quale mediamente si realizza il 29% del mercato dell’anno, archivia una flessione del 6,5% determinata dalle 537.289 vetture immatricolate nel 2019, 37.500 in meno delle 574.803 del gennaio-marzo 2018.
La struttura del mercato evidenzia sotto il profilo dei canali di vendita una leggera flessione a marzo per gli acquisti dei privati (-1,6%) che salgono al 54,4% del totale mercato e resistono in crescita del 4,4% nel cumulato del 1° trimestre. Flessione a doppia cifra in marzo per la domanda business: il noleggio perde, infatti, il 13% delle vetture immatricolate, fermandosi al 29,4% di quota (-1,1 p.p.), per una contrazione del 19,2% del breve termine e del 7,2% del lungo termine. Nel complesso il noleggio cala del 15,5% nel cumulato, dove rappresenta 1/4 del mercato. Forte flessione per le immatricolazioni a società (-25,3%) che in marzo scendono al 16,2% di quota (-3,3 p.p.), con una rappresentatività allineata a quella del cumulato.
Continua a flettere in modo vertiginoso il diesel che in marzo evidenzia la performance peggiore fra le motorizzazioni, perdendo oltre 1/4 dei volumi, con una quota che si ferma al 45,2% del totale (-9,3 p.p.). A chiusura del 1° trimestre le registrazioni di auto diesel flettono del 26,1%, scendendo al 43,9% di quota. Ad appena 4 punti di distanza dal gasolio in termini di quota di mercato si posizionano le immatricolazioni di autovetture a benzina che in marzo raggiungono il 41,2% del totale, in crescita in volume del 10%, grazie soprattutto alla domanda dei privati. Nel cumulato gennaio-marzo la quota della benzina è del 42,9% (+10 punti percentuali rispetto allo stesso periodo 2018). Il Gpl segna un leggero incremento in marzo (+2,7%), con una rappresentatività nel mese e nel cumulo del 6,6% del totale. Le vetture ibride evidenziano una crescita del 35,1% nel mese, arrivando al 5,3% di quota di mercato (confermata
anche nel cumulato), le vetture elettriche incrementano i volumi del 42,1% allo 0,3% di rappresentatività, mentre flette in modo consistente il metano sia nel mese sia nel trimestre, fermandosi in marzo a rappresentare l’1,4% del mercato.
Sul fronte dei segmenti tutti registrano una contrazione delle immatricolazioni in marzo che supera la doppia cifra per i segmenti C, D e alto di gamma. Le vetture city car (A) perdono due decimi di punto, portandosi al 15,8% di quota di mercato, le utilitarie (B) salgono al 38,1% (+1,8 p.p.), mentre il segmento delle medie (C) perde due decimi, fermandosi al 32,7% del mercato.
Flessione più consistente per il segmento D che scende di 1,7 punti percentuali all’11,5%.
In flessione a doppia cifra tutte le carrozzerie in cui è scomposto il mercato, fatta eccezione per i crossover, che crescono del 17,5% in marzo, portandosi al 33,2% di quota di mercato e per
le multispazio in calo più contenuto rispetto al mercato.
Anche le aree geografiche del nostro Paese riducono i volumi immatricolati e in termini di quota sul totale il Nord Ovest rimane stabile al 30% di rappresentatività, il Nord Est scende di 2,2 punti, al 36,2%, l’Italia centrale acquista 1,4 punti, giungendo al 19,2% di quota e qualche decimo recuperano il Sud e le Isole.
Continua a salire la CO2 media ponderata che a marzo raggiunge i 119,2 g/km, +5,5% rispetto ai 112,9 del marzo 2018. Nel 1° trimestre l’incremento è del 6,9% determinato dai 120,7 g/km dell’anno in corso che si confrontano con i 112,9 del gennaio-marzo 2018.
Per concludere l’analisi del mercato, in marzo i trasferimenti di proprietà di auto hanno segnato una flessione dell’8,3% con 380.227 passaggi, al lordo delle minivolture (i trasferimenti temporanei a nome di un operatore in attesa della rivendita a cliente) rispetto ai 414.705 del marzo 2018. Il 1° trimestre archivia una flessione del 5,4% determinata da 1.121.098 trasferimenti che si confrontano con 1.185.464 dello stesso periodo dello scorso anno.
Fonte Unrae.